Mesotelioma

Che cos’è

Il mesotelioma è un tumore che nasce dalle cellule del mesotelio. Così si chiamano le membrane che rivestono, come una sottile pellicola, gli organi interni.

Terapie per mesotelioma peritoneale a Roma: il chirurgo specialista

Il Prof. Paolo Sammartino è uno specialista nella cura del mesotelioma peritoneale, un raro tumore originato dalle cellule mesoteliali del peritoneo.

Il mesotelioma peritoneale è un raro tumore originato dalle cellule mesoteliali del peritoneo e si presenta macroscopicamente come noduli e placche che possono confluire fino ad interessare l’intera superficie peritoneale. Negli Stati Uniti l’incidenza è di 1.2 / 0.8 per 1milione di abitanti/anno rispettivamente per maschi e femmine, in Italia 2,6 / 1,2 per 1milione di abitanti/anno.

Istologicamente, possiamo identificare diverse forme di mesotelioma che si differenziano tra loro per caratteristiche anatomopatologiche, per comportamento e prognosi.

Una prima dicotomia consente di distinguere il mesotelioma peritoneale localizzato, estremamente raro e benigno, dal mesotelioma peritoneale diffuso. Quest’ultimo, può presentarsi come mesotelioma papillare ben differenziato, mesotelioma multicistico (forme borderline), o, nella sua variante più aggressiva, come mesotelioma peritoneale maligno diffuso (DMPM). Il DMPM può essere ulteriormente classificato in epiteliale, sarcomatoide e misto.

Mesotelioma peritoneale

La manifestazione clinica più frequente del mesotelioma peritoneale è l’ascite, associata o meno alla presenza di una massa palpabile, dolori addominali, calo ponderale, anoressia e astenia. Non è raro, però, il riscontro di forme indolenti di malattia. Storicamente il mesotelioma peritoneale veniva trattato tramite chemioterapia sistemica (schema cisplatino/carboplatino + pemetrexed) e debulking chirurgico con intenti puramente palliativi e mediane di sopravvivenza che non superavano l’anno di vita. A partire dagli inizi degli anni ’90, è stato introdotto il concetto di terapia multimodale nel trattamento delle neoplasie peritoneali, basato sulla citoriduzione (peritonectomia) che rimuove le lesioni macroscopiche e pertanto accessibili all’occhio del chirurgo, e la chemioterapia intraperitoneale ipertermica (HIPEC) che bonifica la componente residua microscopica e dunque “invisibile” della neoplasia. Attualmente il trattamento del DMPM con citoriduzione e HIPEC rappresenta il gold standard per questa patologia.
Il DMPM, nella fattispecie, ha un pattern di disseminazione intraperitoneale considerevolmente diverso da quello di altre neoplasie. Le superfici peritoneali parietali sono in genere diffusamente coinvolte e di solito è necessaria una peritonectomia totale di principio. Una caratteristica peculiare del DMPM è l’ampio coinvolgimento del mesentere, con risparmio della superficie intestinale. In alcuni pazienti, per ottenere una citoriduzione completa, può essere necessario rimuovere il peritoneo viscerale (peritonectomia mesenterica). I linfonodi vengono asportati selettivamente se si sospetta l’infiltrazione tumorale. La citoriduzione completa può richiedere una combinazione di resezioni del piccolo e grosso intestino. L’atto chirurgico viene integrato dall’HIPEC. Le raccomandazioni standard includono l’uso di un agente a base di platino come il cisplatino. Diverse opzioni chemioterapiche sono state studiate, tra cui cisplatino ad alto dosaggio (250 mg/m2), cisplatino più doxorubicina, cisplatino più mitomicina, soltanto mitomicina. Numerosi studi hanno riportato mediane di sopravvivenza da 3 a 5 anni nei pazienti che si giovano del trattamento completo. Queste statistiche di sopravvivenza marcatamente migliorate sono state ottenute in centri esperti con una mortalità dell’1% e una morbilità del 20%.

Valutazione di rischi e benefici delle terapie

L’eleggibilità dei pazienti affetti da mesotelioma peritoneale si basa su un’attenta valutazione di rischi e benefici della procedura. Tra queste, estensione, caratteristiche biologiche del tumore e performance status del malato sono i criteri maggiormente utilizzati per selezionare i casi suscettibili di trattamento chirurgico. Inoltre, la corretta tipizzazione e la valutazione del Ki67, indice di proliferazione cellulare, sono necessari per la selezione dei pazienti sottoponibili a un trattamento aggressivo con CRS e HIPEC.
In particolare, mentre valori di Ki67 inferiori a 9 giustificano sempre il trattamento, in pazienti con Ki67 maggiore di 9 è necessario integrare la valutazione con il calcolo del Peritoneal Cancer Index (PCI), un indice che va da 0 a 39 e che misura il grado di diffusione della malattia peritoneale : l’indicazione risulta in questo caso solo per valori di PCI minori o uguali a 17.

Caso clinico esemplificativo
Paziente donna di 31 anni, in terapia EP da 4 anni per ovaio policistico:
Dodici mesi prima della nostra osservazione, per la presenza di dolori addominali localizzati in fossa iliaca destra, si sottopone a visita ginecologica ed esegue ecografia e risonanza magnetica dello scavo pelvico. Questi esami evidenziano la presenza di una formazione pluriconcamerata localizzata dietro alla parete addominale in sede paramediana destra, improntante la parete vescicale con diametro di 6x10cm
La paziente si sottopone a intervento di laparoscopia esplorativa con riscontro di diffuse formazioni cistiche coinvolgenti l’omento e l’appendice, che vengono asportati. All’esame istologico viene posta diagnosi di “mesotelioma multicistico con comportamento non aggressivo, ma con tendenza alla recidiva locoregionale”
Nei mesi successivi la paziente esegue esami strumentali di follow-up, negativi fino a quando, circa un anno dopo, la RM evidenzia una voluminosa formazione pluriconcamerata a contenuto liquido localizzata nel Douglas tra utero, retto e annesso di destra
Si ricovera presso il nostro reparto per sottoporsi a un intervento chirurgico di asportazione della neoformazione pelvica con peritonectomia parietale totale, peritonectomia prevescicale e pelvica, omentectomia residua e asportazione del legamento rotondo e falciforme (PCI: 5-6; CC score: 0). L’intervento viene completato da lavaggio peritoneale con HIPEC (Cisplatino 50 mg/mq + Doxorubicina 15 mg/mq) per 60 minuti.
L’esame istologico dei pezzi operatori ha confermato la recidiva locoregionale di mesotelioma multicistico

Vuoi saperne di più sul trattamento delle malattie peritoneali?

Il professor Paolo Sammartino riceve su appuntamento: contattalo tramite la sezione contatti del sito, oppure invia un email all’indirizzo paolo.sammartino@uniroma1.it, o telefona al numero +39 336 615632 per fissare un appuntamento per definire la diagnosi e le terapie più adeguate.

Domande e risposte più frequenti

Che tipo di tumore è il mesotelioma?

Il mesotelioma pleurico è il tumore maligno che trae origine dalla pleura, ossia il mesotelio che riveste i polmoni (pleura viscerale) e le cavità entro cui i polmoni risiedono (pleura parietale). La pleura serve, prima di tutto, a proteggere i polmoni.

Quali sono i sintomi del mesotelioma?

Nel mesotelioma pleurico, la forma più frequente, sono presenti: affanno dovuto al versamento pleurico, tosse e dolore toracico, deglutizione difficile, gonfiore del collo e del viso, cui si associano stato generale di malessere e perdita di peso.

Quanto si vive con il mesotelioma?

Il mesotelioma pleurico maligno è un tumore raro del distretto toracico (meno dell’1% di tutti i tumori), spesso associato a lunga esposizione all’amianto. La prognosi per il mesotelioma pleurico maligno è infausta, con sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi inferiore al 10%

Come si cura il mesotelioma?

Il trattamento del mesotelioma ( o tumore della pleura da amianto), si esegue con la somministrazione di cisplatino e pemetrexed. Per i pazienti che non sono operabili, è stato aggiunto il bevacizumab che è un anticorpo monoclonale.

Come si prende il mesotelioma?

La maggior parte dei mesoteliomi interessa persone che sono entrate in contatto con l’amianto sul posto di lavoro. Tuttavia anche l’esposizione non professionale, per esempio ambientale, all’asbesto e ad altre fibre minerali asbestiformi aumenta il rischio di mesotelioma.