Tumore ovarico

Che cos’è

Tumore di tipo maligno, il carcinoma ovarico è una neoplasia che scaturisce dalla proliferazione incontrollata di una cellula dell’epitelio che ricopre la superficie delle ovaie. In oncologia, prendono il nome di “carcinomi” i tumori maligni che originano dalla proliferazione anomala di una cellula di tipo epiteliale.

Cure per la carcinosi del cancro ovarico avanzato a Roma

ll Prof. Paolo Sammartino è uno specialista nel curare la carcinosi del cancro ovarico avanzato, uno dei più letali tumori ginecologici con 22.440 nuovi casi e 14.080 decessi ogni anno negli Stati Uniti. A causa della mancanza di specifici sintomi clinici e della sua capacità di diffusione nella cavità addominale, la maggior parte delle pazienti con carcinoma ovarico, in circa il 75% dei casi, presenta metastasi al peritoneo già al momento della diagnosi iniziale. Fino a circa 30 anni fa, la diffusione della carcinosi del cancro ovarico avanzato al peritoneo, ovvero la membrana sierosa che riveste la parete addominale e gli organi in essa contenuti, era considerata come la fase terminale della malattia.
All’inizio degli anni Novanta, l’introduzione delle tecniche di peritonectomia (CRS), seguita dalla chemioipertermia intraperitoneale (HIPEC), ha prodotto un miglioramento degli outcomes oncologici tale da rendere questa strategia terapeutica lo standard of care per mesoteliomi peritoneali, pseudomixomi peritoneali e metastasi peritoneali da cancro del colon con diffusione moderata.
Sebbene i risultati del primo trial di fase III (van Driel W.J., New England Journal of Medicine) abbiano dimostrato un miglioramento della prognosi con l’associazione terapeutica tra citoriduzione e HIPEC nei tumori ovarici primari sottoposti a trattamento neoadiuvante, molte resistenze ancora si incontrano da parte dei ginecologi oncologi alla diffusione di queste tecniche. Tali resistenze fanno sì che una agevole valutazione dei risultati del trattamento della malattia peritoneale del cancro dell’ovaio venga di fatto ostacolata da filosofie terapeutiche differenti e da criteri di stadiazione diversi. Ancora oggi in molte casistiche di ginecologia oncologica i casi vengono inquadrati con la stadiazione FIGO, che poca informazione fornisce sulla reale diffusione peritoneale della malattia.

Neoplasia ovarica

Neoplasia ovarica
Esistono due tipi di tumori epiteliali dell’ovaio: quelli di Tipo I comprendono il carcinoma endometriale, il carcinoma a cellule chiare, il carcinoma sieroso a basso grado e il carcinoma mucinoso; quelli di Tipo II (nettamente più frequenti, circa 80% dei casi), invece, sono rappresentati esclusivamente dal carcinoma sieropapillifero di alto grado di origine tubarica. Questi due tipi di cancro ovarico sono differenti per caratteristiche microscopiche e cliniche.

Il primo risulta essere una neoplasia con basso grado, con lenta attività proliferativa, a decorso indolente e con scarsa risposta alla chemioterapia sistemica. Il secondo è un tumore più aggressivo, di alto grado, a rapida crescita, ma con ottima risposta al trattamento chemioterapico. Ma cosa dobbiamo fare in caso di neoplasia ovarica con ampia diffusione peritoneale? Nelle pazienti affette da carcinoma sieropapillifero di alto grado bisogna operare subito, oppure affidarci a una chemioterapia neoadiuvante seguita da una chirurgia di intervallo?

Questi due diversi tipi di tumore non sono differenti solo per le caratteristiche microscopiche, ma anche per caratteristiche cliniche: mentre il carcinome di tipo I risulta essere generalmente una neoplasia con basso grado, con lenta attività proliferativa, a decorso indolente e con scarsa risposta alla chemioterapia sistemica, il secondo (carcinoma di tipo II) risulta essere un tumore più aggressivo, di alto grado, a rapida crescita, ma con ottima risposta al trattamento chemioterapico. Questa considerazione spesso sottovalutata, è di grande utilità nella scelta di una strategia che preveda la chemioterapia neoadiuvante prima della chirurgia.
Ma cosa dobbiamo fare in caso di neoplasia ovarica con ampia diffusione peritoneale?
Anche nelle pazienti affette da carcinoma sieropapillifero di alto grado bisogna operare subito o affidarci ad una chemioterapia neoadiuvante seguita da una chirurgia di intervallo?

Non è facile rispondere. Due sono le considerazioni da fare: la prima riguarda le condizioni generali della paziente e di conseguenza la morbilità che un intervento su di essa potrebbe comportare, mentre la seconda concerne l’estensione di malattia presente e la possibilità di una sua completa asportazione.

Operazioni in chirurgia primaria

Secondo le linee guida europee e statunitensi, laddove il malato sia in buone condizioni e quando si ritenga possibile una citoriduzione completa, la chirurgia primaria (UDS) andrebbe preferita. In alternativa, quando ci trovassimo di fronte a pazienti ad alto rischio chirurgico o si ritenesse impossibile asportare in prima istanza tutta la malattia presente, un trattamento neoadiuvante seguito da chirurgia di intervallo (NACT-IDS), sarebbe un’opportunità percorribile. Infatti, analizzando le immagini TAC di una serie di nostre pazienti affette da carcinoma sieropapillifero di alto grado (Tipo II) prima e dopo la terapia neo adiuvante, possiamo osservare come frequentemente in questi istotipi esista una risposta talmente marcata da restituire all’operabilità pazienti con diffusione neoplastica estremamente importante.

Domande e risposte più frequenti

Che cos’è un tumore ovarico?

Il cancro dell’ovaio è dovuto alla proliferazione incontrollata delle cellule dell’organo, il più delle volte le cellule epiteliali (ovvero non quelle che producono gli ovuli). Anche le cellule germinali e quelle stromali, gli altri due tipi cellulari presenti nell’ovaio, possono però essere all’origine di un tumore.

Come si chiama il tumore all’ovaio?

(Vedere anche Panoramica sui tumori dell’apparato riproduttivo femminile. Il tumore… maggiori informazioni .) Il tumore delle ovaie (carcinoma ovarico) insorge più spesso nelle donne di età compresa fra i 50 e i 70 anni e colpisce circa una donna su 70.

Quali sono i sintomi di un tumore ovarico?

Medici ed esperti concordano sul fatto che i sintomi più frequenti del tumore alle ovaie siano:

  • Gonfiore addominale persistente.
  • Dolore pelvico e addominale persistente.
  • Perdita di appetito, senso di pienezza allo stomaco anche dopo un pasto leggero e nausea.

Dove metastatizza tumore ovaie?

Nelle pazienti con carcinoma ovarico avanzato, le cellule tumorali mostrano una propensione a formare metastasi in alcuni organi intraperitoneali – in particolare l’omento – inizialmente aderendo e attraversando le cellule mesoteliali e, successivamente, invadendo e colonizzando nuovi tessuti.

Quanto si vive con tumore ovarico?

Si calcola che meno del 20 per cento dei tumori ovarici viene diagnosticato in fase precoce, quando è ancora confinato all’ovaio, ma quando ciò accade la sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi raggiunge il 90 per cento circa.

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Il professor Paolo Sammartino riceve su appuntamento: contattalo tramite la sezione contatti del sito, oppure invia un email all’indirizzo paolo.sammartino@uniroma1.it, o telefona al numero +39 336 615632 per fissare un appuntamento per definire la diagnosi e le terapie più adeguate.